Negli ultimi mesi si è parlato molto del Cashback, ovvero quell’iniziativa che il Governo ha promosso per incentivare i pagamenti tramite carta e non in contanti.

L’iniziativa prevede il rimborso di una percentuale sulla base delle somme pagante senza contanti.

Questi rimborsi seguono una graduatoria, ma come spesso accade, in parecchi hanno cercato di “fare i furbi” eseguendo transazioni ravvicinate e di importo minimo pur di arrivare in cima alla graduatoria.

Ora si è trovata una soluzione: meglio avere valide motivazioni per giustificare micro-transazioni, adesso ci sono due sanzioni per chi fa il furbo.

Cashback: le due sanzioni che cambiano la corsa al premio

Da adesso, dovrai avere un buon motivo per giustificare le transazioni effettuate in periodi troppo ravvicinati e di importo minimo. Il Governo ha infatti deciso di agire concretamente sulla questione, ma come?

Queste decisioni del Governo sono state prese allo scopo di salvare la credibilità del sistema Cashback che, proprio a causa delle numerose persone che hanno cercato di scalare la graduatoria, stava perdendo serietà.

Inizialmente si era pensato di mettere semplicemente in archivio l’intera questione, senza prendere provvedimenti importanti.

Tuttavia, per i 4 milioni di italiani iscritti (molti dei quali sono partecipanti onesti, non facciamo di tutta l’erba un fascio) si è deciso di seguire una linea meno drastica: non verrà cancellato il premio, ma verranno presi provvedimenti.

Per tutti coloro che verranno considerati come potenziali “furbi” e che non hanno motivi plausibili per giustificare il loro operato, arriverà un messaggio da PagoPa.

Il messaggio in questione spiega alla persona che lo riceve che “le transazioni ricorrenti di importo irrisorio effettuate in numero elevato presso lo stesso esercente non saranno valide per la classifica del Super Cashback”.

Quindi, non ci saranno sanzioni o multe salate come qualcuno aveva ipotizzato, ma semplicemente un declassamento in graduatoria.

Cosa avverrà in pratica?

Dalla graduatoria verrà sottratto l’importo corrispondente alle micro transazioni che non sono state giustificate nei sette giorni di contestazione che si hanno a disposizione dopo la ricezione del messaggio.

Ma c’è anche un altro rischio: si può essere esclusi totalmente dalla classifica del Super Cashback!

In poche parole, le transazioni eseguite saranno valide solo per il premio ordinario da 150 euro e non per il maxi-rimborso da 1.500 euro.

Perché questo? L’obiettivo del Governo è duplice: sistemare la situazione vigente e, nello stesso tempo, scoraggiare comportamenti di questo tipo in futuro.

Corsa al Cashback: chi rimane

Alla fine il Cashback andrà a ricompensare quelle persone che, nonostante tutto, hanno sempre seguito la strada dei pagamenti tracciabili e si sono comportate in modo corretto.

Inoltre, c’è un’altra cosa da considerare: a pagare il prezzo delle mosse di chi ha fatto il furbo sono stati soprattutto gli esercenti.

In modo particolare i gestori dei distributori di carburante; questo è stato uno dei motivi che ha dato la spinta per frenare le micro-transazioni e fare maggiori controlli.

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