Nonostante ci ritroviamo a vivere un periodo particolare, per via della Pandemia da Coronavirus che continua ad affliggerci, molte persone approfittando di questo momento, cercando di ottenere un proprio tornaconto personale.

In questo articolo affrontiamo uno specifico episodio di alcuni individui furbetti, i quali hanno cercano di utilizzare in modo improprio il buono relativo al Cashback, di conseguenza il Fisco ha deciso di concentrarsi sulla regolarità del sistema.

Si tratta di piccoli trucchetti che, avrebbero permesso ad ignoti, in maniera scorretta, di realizzare le transazioni previste per poi avere un rimborso.

Per esempio, c’è chi paga alcuni centesimi di euro saldando con il bancomat andando dallo stesso commerciante: questo comportamento non è idoneo.

L’Agenzia delle Entrate contro i furbetti

L’Agenzia delle Entrate ha annunciato che rafforzerà i controlli antifrode, cercando di limitare il più possibile il comportamento sbagliato dei furbetti del Cashback.  

Lo Stato svilupperà una corretta graduatoria, relativa al rimborso il quale si dovrebbe avere a fine marzo, pari a 1.500 euro.

Allo stesso tempo, sono state identificate certe anomalie; stiamo parlando di situazioni non corrette da parte di diversi cittadini furbi, il ministero dell’Economia comincerà le opportune indagini.

I furbi alla pompa di benzina

Tanti automobilisti si sono comportati, secondo i dati, in maniera scorretta, quando si recavano alle pompe di benzina.

Questi individui credendo di eludere le regole hanno effettuato un accumulo di transazioni.

Tuttavia, questi conducenti, possiamo dire in un certo senso che, non hanno violato nessuna legge ma, hanno sfruttato un mezzuccio non giusto, approfittando di una falla nella normativa nazionale di cash-back, perché non vi è un requisito minimo di spesa per le transazioni, quindi si ha ancora diritto al rimborso del 10%.

Esiste solo una regola: non si deve superare la soglia dei 150 euro.

Per fare tutto questo sono necessarie solo 50 operazioni adoperando bancomat, carte prepagate, carte di credito e altre forme di pagamento digitale che, hanno aderito al programma.

Ma, subentra un certo margine interpretativo su alcune delle regole, nello specifico sulle transazioni fatte presso il medesimo negozio o sulla ripartizione delle compre più care.

Regole del piano di rimborso Italia Cashless

Le regole per aderire al rimborso dello Stato sono state sviluppate dal Piano Italia Cashless.

Questo programma stabilisce che, i pagamenti possono essere realizzati soltanto nel caso in cui le carte risultano registrate sulla App IO Chiaro.

La quantità minima per la restituzione è quella di 50 operazioni in 6 mesi per quanto riguarda il Cashback standard.

Ma, ecco il punto: vi è un limite temporaneo di transazioni, ed anche la proibizione di comperare sempre dallo stesso commerciante.

La legge, difatti, non sembra scartare del tutto l’occasione della ripartizione. I

l dilemma è che sulla app IO le operazioni pare che siano molto vicine è questo può determinare un problema.

Sembra che spesso non contando (come comunicato da alcuni fruitori) gli acquisti attuati il medesimo giorno e nello stesso negozio.

Quindi, il Fisco vorrà effettuare vari controlli, per comprendere se veramente vi sono i furbetti, oppure queste azioni sono giustificate per via di una parte non chiara della normativa Cashback.

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